È il periodo in cui Seguso riprende la sperimentazione delle forme di differenti volumi di vetro impegnandosi in nuove realizzazioni. Intanto, dal suo universo creativo spariscono definitivamente le tentazioni cromatiche per dar voce a un evento che non pone confini alla sua investigazione plastica. In questo caso l’artista sembra arrivare all’apice con l’opera Vortice, una sfida verso l’impossibile per la leggerezza e laboriosità di incastro delle forme, ma l’immaginazione lo stimola alla ricerca di nuovi orizzonti.
…L’artista ha imposto un rigore assoluto alla materia senza ribellarsi alla origine del vetro stesso. Questo rigore ci porta alla purezza estrema della sua composizione, che si esalta appunto nella straordinaria coincidenza dei valori della materia e della forma. L’una e l’altra si esprimono nella proiezione di un’ideale geometria piena di fascino per la nostra ricerca di uomini contemporanei, che tentiamo di concretare nell’arte, al di là di ogni edonismo, un punto d’incontro tra il concetto puro nella sua essenza e la natura che ci circonda nella sua realtà.
Guido Perocco, storico dell’arte, Venezia