A questo punto va fatta una riflessione anche sull’attività grafica dell’artista che ebbe inizio da fanciullo con lo studio del disegno sotto la guida del pittore secessionista Vittorio Zecchin. Nel momento in cui Seguso avvertì la passione per il vetro, si rese conto di quanto fosse importante quest’arte, sia per definire la forma che avvertiva nel suo immaginario che per determinarne in processo esecutivo. Nei primi tempi si limitava a tracce essenziali forse frettolose ma fondamentali per rendere chiara l’idea ed il proposito attuativo che avrebbe messo in atto per portare a compimento il suo piano questo, per facilitare ai suoi collaboratori le operazioni di supporto. Più tardi, l’artista tratta i suoi disegni anche con gessi, pastelli colorati e acquerelli tecniche che li rendono molto interessanti e assai gradevoli.
Studio per Vortice, 1978
Matita su carta, 24×30 cm
Studio per Il Gioco 1, 1980
Matita su carta, 59,5×42 cm
Studio per Il Gioco 5, 1980
Matita su carta, 59,5×42 cm
Studio per Intuizione, 1986
China colorata su carta, 55×37,5 cm
Disegno esecutivo per L’infinito, 1986
Matita su carta, 38×25,5 cm
Progetto per L’0cchio di Dio, 1991
Acquerello su carta, 64,5×52,5 cm
Studio elaborativo per Feeling, 1991
Acquerello e china su carta, 71×51 cm
Sviluppo formale per Concentrazione, 1991
Matita e acquerello su carta, 21×17 cm
Studio per Cerchio di luce, 1998
Matite colorate su carta, 17,5×21 cm
Svolgimento per Struttura con sfera, 1992
Acquerello su carta, 54×50 cm
Progetto per Luce e natura, 2006
Acquerello su carta, 21×22 cm
Progetto per La luce nel tempo, 2003
Acquerello su carta, 29,6×21,5 cm
Studio per Equilibrio plastico, 2000
Acquerello e china su carta, 104×64,5 cm
Progetto per Universalità, 2018
Matita e acquerello su carta, 56,5×76,5 cm
Idea per scultura, 2019
Matita e acquerello su carta, 77×56,5 cm
Progetto per scultura, 2021
Matita e acquerello su carta, 76,5×56,5 cm
Idea per Divergenze Contrappunte, 2023
Matita su carta, 29,3×21 cm
…nell’opera di Livio Seguso il segno è lo strumento indispensabile per avvistare le forme che si agitano nella sua fantasia e dar loro una concretezza visiva. L’immagine acquisisce allora un’autonoma valenza formale e vive di vita propria. Seguso afferma per tale via una sua personale liberta immaginativa facendo emergere sulla superficie forme inedite prima di allora assolutamente sconosciute mettendo così a fuoco una personale cifra formale ed espressiva, la sola che lo rappresenta, e diviene il suo più autentico autoritratto spirituale.
Enzo Di Martino, critico d’arte, Venezia