A questo punto va fatta una riflessione anche sull’attività grafica dell’artista che ebbe inizio da fanciullo con lo studio del disegno sotto la guida del pittore secessionista Vittorio Zecchin. Nel momento in cui Seguso avvertì la passione per il vetro, si rese conto di quanto fosse importante quest’arte, sia per definire la forma che avvertiva nel suo immaginario che per determinarne in processo esecutivo. Nei primi tempi si limitava a tracce essenziali forse frettolose ma fondamentali per rendere chiara l’idea ed il proposito attuativo che avrebbe messo in atto per portare a compimento il suo piano questo, per facilitare ai suoi collaboratori le operazioni di supporto. Più tardi, l’artista tratta i suoi disegni anche con gessi, pastelli colorati e acquerelli tecniche che li rendono molto interessanti e assai gradevoli.
…nell’opera di Livio Seguso il segno è lo strumento indispensabile per avvistare le forme che si agitano nella sua fantasia e dar loro una concretezza visiva. L’immagine acquisisce allora un’autonoma valenza formale e vive di vita propria. Seguso afferma per tale via una sua personale liberta immaginativa facendo emergere sulla superficie forme inedite prima di allora assolutamente sconosciute mettendo così a fuoco una personale cifra formale ed espressiva, la sola che lo rappresenta, e diviene il suo più autentico autoritratto spirituale.
Enzo Di Martino, critico d’arte, Venezia