Livio Seguso
Opere
1981—1986

Verso l’infinito

La poesia della luce

In questo periodo l’artista si concentra sulla massa portante le grandi forme discoidali che sviluppa maggiormente, all’interno delle quali la bolla d’aria sottoposta alla luce, dà vita ad un inatteso gioco di forme. Amplia la sua visione anche verso altre immagini suggerite dalla sua fantasia ma coerenti con l’idea primaria, quella delle forme spaziali. Ma nello stesso tempo, l’artista avverte un altro impulso creativo segnato da contradittori connotati estetico esecutivi assolutamente inusuali.
Perciò, decide di sezionare le masse in due o più parti per poi ricomporle con un ordine diverso, mantenendo la forma esteriore dalla quale pervenivano. Questa soluzione sembra procurargli un’eccitazione tale da indurlo a condividere questa traduzione del pensiero in contemporanea con le opere create in precedenza.

…l’immaginario di Livio Seguso è di ordine processuale: idee e concetti trovano la loro propria estensione al ritmo dell’apparizione delle forme. L’immaginazione di questo poeta del vetro è cristallina per definizione e per destinazione. Il pensiero cristallino è quello della trasparenza che dà alle forme la dimensione immateriale di un’osmosi visiva illimitata. L’artista dimostra con grande eleganza il suo dominio organico ed addirittura spirituale dalla materia. Lo stadio terminale del processo si presenta come una trasmutazione della materia L’artista allora diventa mago ed il cristallo un frammento di infinito, arricchito di tutti i brividi della vita organica della materia.

Pierre Restany, critico d’arte, Francia