Livio Seguso
Opere
1994—2001

Persistenti intuizioni

Il rigore del marmo

Seguso, sempre pervaso da stimoli emotivi che lo inducono a scoprire altre possibili coesistenze fra materiali, ritorna a pensare ai materiali tellurici, iniziando a vagliare dei tipi di roccia, convinto di ottenere un rilevante contrasto con la trasparenza del vetro. Non pago del risultato, si rivolge al marmo bianco di Carrara che, stando alle sue intuizioni, può conformarsi in una più coerente uniformità estetica. L’esito soddisfa l’artista, che sviluppa le sue indagini anche con altri tipi di marmo come il nero del Belgio, il grigio Bardiglio, e graniti vari che, in forza della sua sensibilità nell’associarli al vetro, riesce a far convivere con esso in una sintesi perfetta, così da dar vita a composizioni di assoluta linearità e di rara bellezza.

…l’artista, seguendo la linea d’un pensiero che si coniuga su se stesso, inscrive nei volumi trasparenti di quella esemplata spazialità plastica lo stesso sigillo alchemico, fondato sulla generatività d’una potenza espressiva che trasfonde gli elementi primari nel corpo stesso del vetro, in una sfida ideale con le sue virtualità di equilibrio, di forma… Un’idea si è fatta sempre più centrale ed assoluta nel lavoro di Seguso, che accorda agli irrefrenabili stimoli d’una immaginazione autentica rigorosi contermini linguistici desunti dai più alti esempi della scultura moderna, comparandone gli svolgimenti personali al fine di restituire alle sue forme una valenza del tutto autonoma e originale.

Toni Toniato, critico d’arte, Venezia